Mario Abbate

Mario Abbate pseudonimo di Salvatore Abate (Napoli, 8 agosto 1927 – Napoli, 6 agosto 1981) è stato un cantante e attore italiano, tra i più celebri e grandi esponenti della canzone napoletana.

Nasce a Napoli l’8 agosto 1927 da Anna D’Anna e da Gennaro, famoso materassaio di piazza San Ferdinando. A soli 9 anni, viene scelto per cantare la sigla della settimana Incom nel primo cortometraggio a colori del cinema italiano Sosta d’eroi. Continua ad esibirsi a 12 anni, utilizzando sempre il suo vero nome (cioè Salvatore Abate) partecipando alle storiche sceneggiate di Salvatore Cafiero ed Eugenio Fumo. Il 1948, per Mario Abbate sarà l’anno della svolta. Al teatro Il Biondo di Palermo, Nino Taranto gli affida, nel proprio spettacolo, l’interpretazione di Quanno tramonta ‘o sole di Ferdinando Russo e Salvatore Gambardella, sarà un successo strepitoso. Il 22 agosto di quello stesso anno sposa Maria Catania, figlia di Giovanni, impresario teatrale palermitano.

Nel dopoguerra si dedica al canto in maniera più continuativa, incidendo nel 1950, per la casa discografica Vis Radio, Anema e core, che si rivelò subito un successo internazionale. Nel 1951, dopo aver lanciato al successo alla Festa di Piedigrotta, organizzata dalla casa editrice La Canzonetta, la canzone di Totò Malafemmena, vince un concorso alla RAI che gli consente di entrare come cantante nell’orchestra del maestro Cinico Angelini e di registrare centinaia di dischi per la casa discografica Vis Radio. Nel 1961 partecipa al Giugno della Canzone Napoletana. Sul finire del decennio, grazie anche ad alcune apparizioni televisive e a varie partecipazioni al Festival di Napoli, raggiunge il grande successo a livello nazionale, partecipando al Festival di Sanremo 1962 con Vestita di rosso e all’edizione successiva con Vorrei fermare il tempo e Oggi non ho tempo. Nel 1963, al Festival della Canzone Napoletana, con Mario Trevi, presenta “Indifferentemente” di Martucci-Mazzuocco, apprezzata dalla critica e dal pubblico, ma inaspettatamente superata nell’aggiudicazione della vittoria finale da “Jammo ja” presentata da Claudio Villa e Maria Paris. Il brano riscosse analogo successo anche negli Stati d’Uniti d’America dove, nel 1964, Mario Abbate la interpretò alla Carnegie Hall di New York, conseguendo un premio dall’allora sindaco Robert F. Wagner, jr. Nel 1964, con la canzone Stanotte nun durmì, raggiunge la finale nella prima edizione di Un disco per l’estate, manifestazione alla quale partecipa anche nel 1965 con Manduline ‘e lacreme, nel 1966 con Mare d’estate, nel 1968 con È n’amico ll’ammore e nel 1974 con ‘Na varca a vela.

L’amore da bambino per il teatro classico napoletano, lo portò ad interpretare nel tempio della sceneggiata, il Teatro 2000, una serie impressionante di straordinari successi scritti prevalentemente da Gaetano Di Maio recitando da protagonista al fianco della storica famiglia. La poliedricità rese Mario Abbate un artista completo. Ma la consacrazione di Abbate gli viene attribuita grazie a tre successi di caratura internazionale: Malafemmena di Totò’, Anema e core di Salve D’Esposito e Tito Manlio, Luna caprese di Augusto Cesareo e Luigi Ricciardi, oltre ad Indifferentemente, 2º premio al Festival di Napoli 1963 (cantata in coppia con Mario Trevi e tradotta e incisa in vari paesi del mondo). Altri suoi successi di quel periodo sono stati ViernoMare d’estateVieneme ‘n suonno e Suspiranno. Apparve anche in tre film, nel ruolo di sé stesso: …e Napoli canta! (1953) di Armando Grottini, Accadde al commissariato (1954) di Giorgio Simonelli e Operazione San Gennaro (1966) di Dino Risi.

Negli anni settanta si è invece dedicato a molteplici tournée internazionali, specialmente in Canada e negli Stati Uniti, ma anche in Russia, Germania, Francia e Spagna per gli italiani all’estero. Per la RCA Italiana ha pubblicato nel 1980 un’antologia della canzone napoletana in 6 dischi, intitolata L’interprete del sole, e il suo ultimo lavoro discografico Con tanto amore, nel quale spicca Me staie lassanno, musicata dal figlio Massimo con testo di Roberto Murolo. Ancor oggi è considerato dalla critica, dai cultori e dal pubblico il più grande interprete della canzone napoletana del dopoguerra insieme a Sergio Bruni (il rivale di sempre).

È scomparso il 6 agosto 1981, due giorni prima del suo cinquantaquattresimo compleanno.

Fonte Wikipedia


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