Il repertorio che va dagli inizi del XIX secolo all’immediato secondo dopoguerra in Italia costituisce la canzone classica napoletana, che rappresenta uno dei punti d’eccellenza della canzone italiana, divenuti nel corso degli anni simbolo dell’Italia musicale nel mondo.
Era una forma d’arte popolare che veniva eseguita in strada da cantanti e musicisti ambulanti, spesso accompagnati da strumenti come il mandolino o la chitarra. Le prime canzoni napoletane erano principalmente melodie di tipo popolare e sentimentali, spesso ispirate dall’amore e dalla vita quotidiana. Con il tempo, la canzone napoletana si è evoluta incorporando influenze dalla musica classica e dalla tradizione operistica italiana, diventando un genere musicale distintivo con una ricca e diversificata tradizione. Generalmente definita come musica tradizionale e più specificamente musica popolare, pur nelle origini di tradizione orale, secondo alcuni musicologi la canzone napoletana apparterrebbe eccezionalmente alla musica colta.
L’origine della canzone napoletana si colloca intorno al XIII secolo come espressione spontanea del popolo di Napoli manifestante soprattutto la contraddizione tra le bellezze naturali e le difficoltà oggettiva di vita; si sviluppò già nel XV secolo quando la lingua napoletana divenne la lingua ufficiale del regno e numerosi musicisti, ispirandosi ai cori popolari, iniziarono a comporre farse, frottole, ballate, e ancora maggiormente dalla fine del Cinquecento, quando la “villanella alla napoletana” conquistò l’Europa, sin alla fine del Settecento. Questa espressione artistica popolare era allora carica di contenuti positivi ed ottimistici e raccontava la vita, il lavoro ed i sentimenti popolari.

La canzone napoletana nel XVIII secolo era molto diversa da quella che conosciamo oggi. La musica era principalmente utilizzata come accompagnamento per balli e feste popolari, e le canzoni erano spesso improvvisate. Tuttavia, nel corso del Settecento la musica napoletana iniziò a diventare sempre più raffinata e sofisticata, grazie all’influenza dei musicisti di corte e alla crescita della classe borghese. La città di Napoli divenne un importante centro musicale, con numerosi teatri e scuole di musica. La canzone napoletana del periodo si caratterizzava per la presenza di melodie semplici e orecchiabili, accompagnate da testi spesso sentimentali o ironici. Inoltre, molte canzoni erano ispirate alla vita quotidiana e ai temi sociali dell’epoca. Tra i principali compositori del periodo vi erano Alessandro Scarlatti, Nicola Porpora e Leonardo Vinci, che scrissero molte opere liriche e canzoni popolari. Inoltre, la tradizione della serenata napoletana, una forma di musica da camera caratterizzata da melodie dolci e romantiche, divenne molto popolare nel XVIII secolo. La canzone napoletana del Settecento iniziò a diventare sempre più raffinata e sofisticata, grazie all’influenza dei musicisti di corte e alla crescita della classe borghese. La città di Napoli divenne un importante centro musicale, con numerosi teatri e scuole di musica. ebbe anche un forte impatto sulla musica popolare di altre regioni italiane, come la Toscana e la Lombardia. Infatti, molte canzoni napoletane diventarono famose in tutto il paese, e molti musicisti italiani del periodo si ispirarono alla tradizione musicale napoletana per creare le loro opere. 

E’ nell’Ottocento che la canzone napoletana  raggiunge il suo massimo splendore. Durante questo periodo, Napoli era la capitale culturale e musicale dell’Italia, e la canzone napoletana una  forma d’arte popolare che ebbe un grande impatto sulla cultura e  divenne una delle forme di espressione artistica più apprezzate in tutta Europa, in questo periodo divenne anche un mezzo per esprimere protesta sociale e politica. Alcune canzoni erano dedicate ai temi delle lotte per i diritti degli operai e per l’indipendenza del Regno delle Due Sicilie, e trasmettevano messaggi di speranza e di resistenza. Nell’Ottocento, la canzone napoletana era cantata principalmente dai popolani, che la usavano per esprimere i loro sentimenti e le loro emozioni. Molte delle canzoni che venivano cantate erano di natura sentimentale e romantica, ma c’erano anche canzoni che raccontavano la vita quotidiana dei napoletani, le loro lotte e le loro speranze. Uno dei primi successi della canzone napoletana fu la “Tarantella”, una danza popolare che divenne molto popolare a Napoli e in tutta Italia. La Tarantella divenne rapidamente una forma d’arte raffinata e molti compositori ne scrissero delle versioni orchestrali. Molte fonti collocano la nascita della classica universalmente conosciuta al 1839 e al brano Te voglio bene assaje scritto da Raffaelle Sacco con musiche di Filippo Campanella, canzone che in seguito fu attribuita anche a Gaetano Donizetti. La canzone fu presentata per la prima volta alla Festa di Piedigrotta  il 7 settembre 1839. Tra le composizioni più rilevanti della canzone classica napoletana, appartenenti all’Ottocento, ricordiamo:
Santa Lucia  (1849); Funiculì funiculà (1880); Era de maggio  (1885); Marechiare (1885);  Scetate (1887); ‘E spingole frangese  (1888); Lariulà (1888); Catarì (1892); ‘A vucchella (1892); Carcioffolà (1893); Serenata napulitana (1897); ‘O sole mio (1898);  Maria Marì (1899)

Nel Novecento, la canzone napoletana ha continuato a evolversi e a svilupparsi come genere musicale distintivo. Nel corso del XX secolo, la canzone napoletana ha incorporato molte influenze diverse, tra cui la musica classica, l’opera e la tradizione jazz, creando una vasta gamma di sottogeneri e stili musicali.

Negli anni ’20 e ’30 del XX secolo, la canzone napoletana raggiunse il suo apice di popolarità, grazie a artisti come Enrico Caruso e Luigi Denza, che portarono la tradizione napoletana in tutto il mondo. In questo periodo, molte canzoni napoletane diventarono hit di successo e furono eseguite in tutta Italia e in molte parti del mondo.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la canzone napoletana continuò a evolversi e a cambiare, incorporando influenze dalla musica rock e pop e diventando sempre più elaborata e sofisticata. Artisti come Massimo Ranieri, Peppino di Capri e Nino D’Angelo hanno portato la canzone napoletana ad un nuovo livello di popolarità e successo negli anni ’70 e ’80.
Oggi, la canzone napoletana continua a essere una forma d’arte popolare e rispettata in Italia e nel mondo, e molti artisti continuano a esibirsi e a registrare brani in questo stile. La canzone napoletana è anche considerata un patrimonio culturale e musicale importante della tradizione italiana e continua a essere celebrata e apprezzata da molte persone in tutto il mondo.

 

 

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